COME CONVERTIRE I RID IN SEPA DIRECT DEBIT.

Per poter operare la “conversione” automatica delle vecchie deleghe RID in mandati SDD senza raccogliere una nuova autorizzazione di addebito da parte del debitore è necessario:

  • Raccogliere le informazioni sulle deleghe esistenti per consentire alle Banche di trasformare la delega RID in mandato SDD;
  • Verificare le applicazioni software in uso per la storicizzazione delle informazioni raccolte e produrre disposizioni SDD;
  • Informare i debitori della migrazione all’addebito diretto SEPA;
  • Inviare disposizioni di incasso con le caratteristiche previste dagli schemi SEPA.

 

1. Raccogliere le informazioni sulle deleghe esistenti per consentire alle Banche di trasformare la delega RID in mandato SDD.

Per poter operare la “conversione” automatica delle vecchie deleghe RID in mandati SDD senza raccogliere una nuova autorizzazione di addebito da parte del debitore è necessario:

Le informazioni critiche per la continuità degli addebiti di deleghe RID in essere sono:

Coordinata IBAN del conto di addebito

La coordinata IBAN completa e corretta del conto di addebito (da fornire nella disposizione di incasso o collection) è un'informazione che potrebbe non essere presente negli archivi deleghe delle aziende creditrici.

Classificazione del cliente pagatore

Questa informazione può rappresentare un elemento per la scelta da parte del creditore dello schema verso il quale effettuare la migrazione (evitando, per esempio, di formare collection SDD B2B per conti censiti presso le banche dei pagatori come “consumer“ che sarebbero stornate).

Da Novembre 2012 sul sistema interbancario è a disposizione una nuova funzionalità della procedura di AEA. Attraverso lo scambio di tre nuove causali tecniche è possibile conoscere numero e natura di un conto di addebito.

Le aziende creditrici devono:

  • Inviare, per ogni delega che risulti attiva, un messaggio AEA con la nuova causale 91211 (Richiesta di informazioni deleghe).
    All'interno di tale richiesta è necessario valorizzare obbligatoriamente le Coordinate di Azienda (Codice Azienda SIA, Tipo codice individuale, Codice Individuale) e del codice ABI della Banca del pagatore;
  • Verificare la risposta ottenuta.

Nel caso di risposta positiva nel messaggio (causale 91210 ) si ottengono tutti i dati relativi all'autorizzazione RID: sottoscrittore, intestatario del c/c, IBAN del pagatore e natura del conto del pagatore (posizione 100 del record '70') che può assumere i valori:

  1. Per Conti classificati nella categoria Consumatori;
  2. Conti classificati nella categoria NON Consumatore.

Nel caso di risposta negativa, il messaggio (causale 91311 ) riporta i codici di motivazione che indicano la causa del diniego: 18 Autorizzazione revocata; 9 Mancata autorizzazione; 37 Posizione trasferita con procedura interbancaria di trasferibilità; 8 Posizione trasferita per cessione sportelli bilaterale tra banche.

La Banca del pagatore deve rispondere alla richiesta di informazioni al più tardi entro il termine ordinario di 7 giorni lavorativi dalla ricezione della richiesta.

I Creditori che non vogliono avvalersi della nuova funzione di Allineamento elettronico archivio possono avvalersi dei consueti canali di acquisizione delle informazioni attraverso il diretto contatto con la clientela debitrice.

 

2. VERIFICARE LE APPLICAZIONI SOFTWARE IN USO PER LA STORICIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI RACCOLTE E LA PRODUZIONE DI DISPOSIZIONI SDD.

Per utilizzare l’addebito diretto SEPA ogni azienda creditrice dovrà verificare se le applicazioni software in uso consentono la dematerializzazione dei dati contenuti nei mandati (codice IBAN dei debitori, tipologia debitore, data sottoscrizione delega/mandato, ecc).

L’azienda inoltre dovrà contattare le software houses di riferimento per verificare disponibilità di aggiornamenti SEPA-compliant per la gestione mandati SDD, l’utilizzo degli standard ISO 20022 XML (obbligatori da febbraio 2016) e l’invio delle disposizioni di incasso SDD.

La gestione degli impatti SEPA sui sistemi informativi interni è determinante per una migrazione ai nuovi strumenti SEPA.

 

3. INFORMARE I DEBITORI DELLA MIGRAZIONE ALL’ADDEBITO DIRETTO SEPA

La scelta di migrare allo schema CORE o B2B compete all’azienda creditrice, fermo restando la classificazione del cliente pagatore presso la propria Banca (consumatore o azienda).

Il creditore ha l’obbligo, imposto dalla normativa, di informare il debitore della migrazione al nuovo servizio SDD, con un preavviso di almeno 30 giorni rispetto alla data di attivazione del servizio e comunque non oltre il 31 dicembre 2013. Nella comunicazione dovrà essere indicata la tipologia di schema di addebito che il Creditore intenderà applicare.

È opportuno che nella scelta dello schema al quale migrare l’azienda creditrice tenga conto dell’impatto sul proprio modello di business e faccia valutazione in termini di rischio.

 

4. INVIARE DISPOSIZIONI DI INCASSO CON LE CARATTERISTICHE PREVISTE DAGLI SCHEMI SEPA.

Nella prima disposizione di incasso SDD (CORE o B2B) trasmessa a valere su una delega RID esistente, il Creditore deve rispettare le seguenti regole:

  • Il campo che riporta il numero univoco del mandato (“The Unique Mandate Reference”) deve essere valorizzato con la “coordinata d’azienda” utilizzata per l’incasso RID composta da cod. SIA (dalla 1° alla 5° posizione), tipo codice individuale (6° posizione), e codice individuale (dalla 7° alla 22° posizione). Si raccomanda di indicare tali informazioni in sequenza nelle prime 22 posizioni del campo “The Unique Mandate Reference”( con allineamento a sinistra);
  • Per gli addebiti diretti SEPA è possibile utilizzare unicamente i caratteri latini, pena lo scarto delle richieste di incasso. Qualora il campo «coordinata d’azienda» delle deleghe RID contenga caratteri speciali, (ad esempio, “&”, “_”) è necessario che, in via preventiva rispetto alla migrazione, il creditore trasmetta un messaggio di variazione delle coordinate (causale ‘90440’ della Procedura AEA -RID);
  • nel campo “The transaction type” che accoglie l’informazione relativa alla tipologia di transazione (prima, ricorrente, ultima) deve essere valorizzato il valore “first”;
  • Ragione sociale dell’impresa creditrice;
  • Creditor Identifier dell’impresa creditrice;
  • Nome/ragione sociale e IBAN del debitore;
  • Data sottoscrizione del mandato (per le deleghe RID convertite in mandati SEPA basterà indicare una data convenzionale antecedente al 1° febbraio).

Alla ricezione della prima disposizione, la Banca del debitore trasformerà la delega RID in Mandato SDD. Fino al primo febbraio 2014 la migrazione non è irreversibile in quanto il creditore può inoltrare disposizioni di incasso RID e SDD.

Dal 1 Settembre 2013 le aziende creditrici non potranno inviare disposizioni di incasso RID con data scadenza successiva al 1 Febbraio 2014.