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Previdenza complementare

 

 

Lezione 1

Come funziona la pensione

La domanda che molto spesso ci si pone, ancora prima di iniziare a lavorare, è “quando andrò in pensione?”. A questa domanda molto spesso non c’è una risposta precisa, perché il sistema previdenziale pubblico è influenzato dalle scelte dei governi e della politica del paese in cui si pagano i contributi.

È normale che la normativa che regola l’età del pensionamento cambi spesso. Ciò è dovuto principalmente alle caratteristiche della popolazione e dal momento storico in cui si sta vivendo: uno degli esempi più tipici è l’innalzamento della vita media. L’innalzamento è dovuto all’invecchiamento della popolazione e a una forte denatalità, visto che le coppie hanno sempre meno figli.

Tali fattori influenzano la legislazione sulle pensioni perché con l’aumento della vita media aumentano il numero di pensionati, ma con la denatalità ci saranno sempre meno persone a pagare i contributi per finanziare le pensioni.

Le tipologie di sistemi pensionistici
Il sistema pensionistico italiano applica principalmente due diversi metodi di calcolo della pensione, il retributivo e il contributivo.

Il metodo retributivo, che è il più datato e sta venendo sempre meno utilizzato, basa l’importo della pensione sugli ultimi stipendi percepiti. L’idea su cui si fonda questo sistema è che il tenore di vita del pensionato non varierà rispetto a quando lavorava. Questo sistema è utilizzato solo per i lavoratori iscritti all’INPS prima del 31 dicembre 1995.

Al contrario, la pensione contributiva considera tutti i contributi versati dal pensionato durante la sua vita lavorativa, quindi di norma risulta molto più bassa dell’altra. Questo sistema è in vigore per tutti coloro che abbiano iniziato a lavorare dal 1996.

Esiste anche il sistema misto, cioè tutti coloro che avevano già versato dei contributi prima del 31 dicembre 1995 ma andranno in pensione dopo questa data. Per chi aveva meno di 18 anni di contributi versati, avrà un assegno pensionistico calcolato con il sistema retributivo fino al 1995 e poi con il sistema contributivo. Per chi aveva più di 18 anni di contributi versati, sarà utilizzato il sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011 e poi il sistema contributivo.

A che età si va in pensione se si inizia a lavorare nel 2022?
In Italia, nel 2022, l’età media dell’uscita dal mercato del lavoro è di circa 61,8 anni, contro i 63,1 della media OCSE. Secondo uno studio effettuato dall’organizzazione, in Italia i giovani che si affacciano nel 2022 al mondo del lavoro andranno in pensione a 71 anni. In media 9 anni più tardi di chi si ritira oggi dalla vita lavorativa attiva.

Le riforme pensionistiche
Negli ultimi anni sono diventate molto note alcune riforme sul tema delle pensioni, come la “legge Fornero”, che ha cambiato il meccanismo di pensionamento, legandolo all’età e non più agli anni di lavoro svolti, e il decreto legge “Quota 100”, cioè il pensionamento anticipato per tutti coloro che avessero 62 anni e 38 di contributi.

Ad oggi il sistema prevede che si possa andare in pensione a 67 anni, con almeno 20 di contributi. Questi parametri sono stati applicati dal Decreto Ministeriale 5 Novembre 2019 per il periodo compreso tra il 2019 e il 2022, ma è probabile che dal 2023 l’età di pensionamento sarà ulteriormente innalzata. Nel calcolo dei 20 anni di contributi, sono stati aggiunti anche i contributi versati per il riscatto della laurea, gli accrediti gratuiti del servizio militare, la contribuzione figurativa correlata all’indennità di disoccupazione (naspi) e la maternità.

Andare in pensione (quasi) senza i contributi?
Con questo decreto ministeriale, c’è la possibilità di andare in pensione a 71 anni con 5 anni di contributi versati, ma non prima del 1996. Questo sistema è detto contributivo, perché si basa solamente sui contributi versati nell’arco della vita lavorativa. Naturalmente esistono svariate possibilità di pensionamento senza il versamento totale dei contributi o anticipate nel tempo, come il pensionamento anticipato per lavori usuranti o gravosi.

A cura di: Alessandro Nava

 

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