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Previdenza complementare

 

 

Lezione 3

Fondi pensione aperti e chiusi

I fondi pensione aperti e chiusi, insieme ai piani individuali pensionistici, rappresentano i tasselli fondamentali della previdenza complementare.

Innanzitutto, un fondo pensione è un organismo di investimento collettivo del risparmio. Si tratta di un veicolo che raccoglie i contributi dei lavoratori e li investe in strumenti finanziari. Lo scopo è quello di erogare una pensione al termine della vita lavorativa del lavoratore, che integri quella da previdenza obbligatoria.

Chiunque può aderire ai fondi pensione aperti, indipendentemente dalla situazione lavorativa (lavoratore dipendente, autonomo, libero professionista), per ricevere in futuro un’entrata integrativa rispetto alla pensione pubblica. Sia per i fondi pensione aperti che per quelli chiusi, l’adesione avviene su base volontaria.

Al contrario, i fondi pensione chiusi sono definiti in contrapposizione ai fondi pensione aperti, in quanto non sono destinati alla totalità dei risparmiatori. Come tali, sono destinati a specifiche categorie professionali (come avvocati, medici, ecc.), ai dipendenti pubblici o ai dipendenti di una singola impresa, gruppo di imprese o territorio. Solo coloro che appartengono a queste categorie possono sottoscrivere un fondo pensione chiuso, sempre che lo vogliano.

Fondi pensione chiusi
I fondi pensione chiusi sono fondi negoziali, perché nascono nell’ambito della negoziazione contrattuale tra il datore di lavoro e i lavoratori. Ciò significa che la loro creazione è frutto della contrattazione tra sindacati o associazioni di categoria dei lavoratori, in base ai contratti nazionali di categoria. Nello specifico, un fondo pensione chiuso può essere istituito in base a un contratto collettivo, accordi fra i lavoratori o una legge regionale.

Chi (e come) versa i contributi
Nei fondi pensione chiusi, questa decisione dipende dalla situazione professionale. Per i dipendenti, i versamenti sono in parte a carico del lavoratore e, se effettuati, in parte a carico dell’azienda.

Il lavoratore, durante la sua vita lavorativa matura il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), ossia una somma di denaro corrisposta dall’azienda al lavoratore nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. Il dipendente può decidere di versare il TFR, tutto o in parte, nel fondo pensione chiuso, senza ulteriori contributi da parte del dipendente e della sua azienda.

A differenza dei dipendenti pubblici o di una azienda, i lavoratori autonomi e liberi professionisti, devono provvedere ai versamenti nel fondo pensione chiuso per conto proprio. Così come chi decide di aderire a un fondo pensione aperto. Salvo che, in questo caso, se l’aderente ha un datore di lavoro, quest’ultimo liberamente decide di contribuire al fondo pensione aperto scelto dal dipendente.

Chi istituisce e gestisce i fondi?
Il fondo pensione chiuso è promosso da sindacati o associazioni di categoria dei lavoratori, ma la gestione è affidata a intermediari professionali specializzati – banche, imprese di assicurazione, società di intermediazione mobiliare e società di gestione del risparmio – attraverso apposita convenzione.

Il fondo pensione aperto, invece, è istituito e gestito dallo stesso soggetto, che può essere una banca, un’impresa di assicurazione, una SGR o una SIM.

Il patrimonio del fondo è separato e autonomo rispetto a quello della società istitutrice e quindi al sicuro, perché non può essere utilizzato per soddisfare i creditori della società.

A cura di: Francesco Agostini

 

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