EAU 2025: opportunità strategiche per il Made in Italy
(Contenuto fornito da Octagona Srl)
Il nuovo Piano d’Azione per l’Export 2025, annunciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale lo scorso marzo, rappresenta un passo concreto verso il rafforzamento della proiezione internazionale del Made in Italy. Con uno stanziamento complessivo di quasi 60 milioni di euro e oltre 250 iniziative promozionali pianificate, l’Italia si pone l’obiettivo ambizioso di incrementare il valore dell’export nazionale fino a 700 miliardi di euro entro il 2027.
Al centro di questa strategia si collocano gli Emirati Arabi Uniti (EAU), considerati uno dei venti mercati a più alto potenziale per la crescita del commercio estero italiano. La loro rilevanza si fonda su una serie di fattori strategici: la posizione geografica baricentrica tra Europa, Asia e Africa; l’infrastruttura logistica d’eccellenza; un sistema normativo favorevole agli investimenti esteri; e una crescente domanda di prodotti di alta gamma, in particolare nei settori manifatturiero, agroalimentare, moda, arredamento e meccanica avanzata.
Gli EAU si configurano oggi come un hub logistico, finanziario e tecnologico di primaria importanza per la penetrazione dei mercati dell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) e Asia-Pacifico. L’interesse verso gli EAU non è solo economico, ma anche strategico: si tratta infatti di un mercato test per validare soluzioni innovative, posizionare brand ad alto valore aggiunto e costruire relazioni con partner regionali chiave. L’iniziativa italiana, pertanto, non si limita a un aumento quantitativo delle esportazioni, ma mira a consolidare un presidio qualitativo duraturo nei mercati internazionali a più elevata crescita.
Perché guardare agli Emirati: solidità macroeconomica e riforme pro-business
Secondo le stime più recenti, il PIL degli Emirati è destinato a crescere a un tasso medio annuo del 4% nel triennio 2024-2026, sostenuto da un’aggressiva strategia di diversificazione economica, da imponenti investimenti pubblici infrastrutturali e da una politica industriale orientata all’innovazione e alla sostenibilità. Uno degli asset principali del sistema emiratino è rappresentato dalle 53 Free Trade Zone, distribuite su tutto il territorio nazionale, che offrono la piena proprietà del capitale da parte di soggetti esteri, l’esenzione fiscale per lunghi periodi e una gestione doganale semplificata, rendendo gli EAU uno dei contesti più attrattivi al mondo per l’insediamento di imprese internazionali.
A ciò si aggiungono due ambiziosi programmi governativi: Operation 300 Bn, volto ad aumentare il contributo del settore manifatturiero al PIL fino a 300 miliardi di dirham entro il 2031, e l’iniziativa Projects of the 50, che prevede oltre 50 riforme strategiche finalizzate ad attrarre capitali, imprese tecnologiche e talenti globali. Entrambi i programmi si fondano su priorità trasversali come l’adozione di tecnologie digitali, l’industria 4.0, l’intelligenza artificiale e la sostenibilità ambientale, delineando un ecosistema fertile per le imprese italiane attive nei comparti innovativi ad alto valore aggiunto.

Relazione Italia–EAU: trend di export e convergenza settoriale
Le relazioni economiche tra Italia ed Emirati Arabi Uniti hanno registrato negli ultimi anni un’evoluzione significativa: nel periodo gennaio-novembre 2024, l’Italia si è posizionata come il 10° fornitore globale degli Emirati, con una quota di mercato pari al 2,6%. Le esportazioni italiane verso il Paese hanno raggiunto un valore di 7,9 miliardi di euro, segnando un incremento del +22,5% su base annua.
A trainare questa crescita sono stati principalmente tre comparti ad alto contenuto di valore e innovazione: la meccanica strumentale, che rappresenta il cuore dell’industria manifatturiera italiana; il settore moda-lusso, sinonimo di eccellenza e lifestyle italiano nel mondo; e la chimica specializzata, sempre più richiesta in ambiti industriali, cosmetici e farmaceutici.
Un’ulteriore spinta alle relazioni bilaterali è giunta con il Forum Imprenditoriale Italia–EAU, organizzato a febbraio 2025 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), che ha rappresentato un momento di alto livello per il dialogo economico tra i due Paesi. L’evento ha portato alla firma di oltre 40 accordi bilaterali, per un valore complessivo di circa 40 miliardi di dollari, in settori strategici come energia pulita, data center e digitalizzazione, tecnologie spaziali e difesa avanzata.
La convergenza tra i punti di forza del tessuto produttivo italiano e le priorità di sviluppo degli EAU crea oggi un terreno particolarmente favorevole per investimenti congiunti, alleanze tecnologiche e sviluppo di nuove filiere internazionali.
Come cogliere le opportunità: linee guida operative
Per le imprese italiane interessate a consolidare la propria presenza negli Emirati Arabi Uniti, è fondamentale adottare un approccio strutturato che integri strumenti istituzionali, soluzioni finanziarie, risorse operative e principi di sostenibilità. Il Piano Straordinario per il Made in Italy offre strumenti operativi per facilitare l’accesso al mercato emiratino, tra cui fiere ICE, accordi con la GDO locale ed e-commerce cross-border, utili a testare il mercato con costi ridotti e alta visibilità.
Prospettive al 2025
Le prospettive economiche tra Italia ed Emirati Arabi Uniti per il 2025 si confermano molto positive. L’interscambio bilaterale registra una crescita a doppia cifra, sostenuta da una crescente domanda emiratina di prodotti di alta qualità, tecnologia e design, tratti distintivi del Made in Italy, e da una solida cornice istituzionale rafforzata dal recente Piano Export e dagli accordi multilaterali siglati tra i due Paesi.
Le imprese italiane che adottano strategie mirate, affiancate da risorse locali, strumenti finanziari e soluzioni digitali, possono consolidare la propria presenza non solo negli EAU, ma in tutta l’area mediorientale: grazie alla loro posizione strategica, gli Emirati si affermano come hub logistico e commerciale verso mercati in rapida crescita come India, Arabia Saudita e Africa Orientale. Un ruolo destinato a rafforzarsi con lo sviluppo del corridoio economico IMEC, infrastruttura chiave per il commercio intercontinentale.
Per il Made in Italy si apre così un’opportunità concreta: utilizzare gli Emirati come piattaforma per esportare, avviare joint venture, presidiare filiere locali e accedere a nuove nicchie industriali e tecnologiche.

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