Internazionalizzazione produttiva in Asia: perché è il momento di investire
(Contenuto fornito da Octagona Srl)
L'Asia è un continente che continua a suscitare un crescente interesse da parte delle imprese italiane che vogliono espandere la propria produzione a livello globale. La sua rapida crescita economica, il costo competitivo della manodopera, le politiche favorevoli agli investimenti esteri e la strategica posizione geografica ne fanno una destinazione privilegiata per la delocalizzazione produttiva. In questo contesto di globalizzazione, l'internazionalizzazione produttiva in Asia non è solo una mossa strategica per ridurre i costi, ma un'opportunità per posizionarsi meglio sui mercati emergenti e rafforzare la competitività.
La crescita economica in Asia: un contesto favorevole
Nel corso degli ultimi decenni, l'Asia ha rappresentato uno dei motori principali della crescita globale. Paesi come la Cina, l'India, il Vietnam e l'Indonesia hanno assistito a un'accelerazione della loro industrializzazione, diventando veri e propri hub di produzione per i mercati globali. L'Asia, in particolare il sud-est asiatico, è uno dei pochi luoghi al mondo dove la crescita del PIL continua a superare quella delle economie sviluppate: nel 2024, la regione ha registrato una crescita del PIL del 4,9%, contribuendo per circa il 60% alla crescita economica mondiale (ADB). Questo ha portato a una crescente domanda di beni e servizi, creando un ambiente ideale per le imprese che cercano di espandere la loro produzione e sfruttare le opportunità offerte dai mercati emergenti.
Vantaggi competitivi e costi più bassi
La disponibilità di manodopera a basso costo è una delle caratteristiche distintive dei paesi asiatici, che consente alle imprese di abbattere significativamente i costi diproduzione. Paesi come la Cina, l'India e il Vietnam, pur offrendo vantaggi in termini di manodopera, sono anche dotati di zone economiche speciali che offrono incentivi fiscali, sgravi sulle imposte e altre agevolazioni che favoriscono gli investimenti stranieri. Tuttavia, un'espansione produttiva in Asia non può essere valutata solo in base ai benefici immediati, come la riduzione dei costi del lavoro. È necessario considerare il ciclo di vita dell'investimento, analizzando i costi di avviamento (CAPEX), i costi operativi ricorrenti (OPEX), gli oneri fiscali e doganali, e i costi indiretti legati alla gestione interculturale e alla compliance normativa. Un'attenta valutazione del Total Cost of Ownership (TCO) è cruciale per garantire la sostenibilità dell'investimento nelmedio-lungo periodo. L'Asia è anche una porta d'accesso a mercati globali in forte crescita. Le aziende italiane che decidono di stabilire impianti produttivi in Asia possono sfruttare le politiche di apertura verso gli investimenti esteri e gli accordi commerciali regionali, che offrono vantaggi in termini di tariffe doganali e accesso facilitato ai mercati locali.
• L’India, la cui popolazione ha raggiunto circa 1,45 miliardi di abitanti, nel 2024 ha firmato un trattato bilaterale con gli Emirati Arabi Uniti, entrato in vigore il 31 agosto 2024, che offre tutele agli investitori esteri e incentiva gli investimenti diretti;
• Il Vietnam ha firmato e implementato 17 Accordi di Libero Scambio (FTA), dimostrando un forte impegno nell'integrazione economica regionale e globale;
• Paesi come la Corea del Sud, la Cina e il Giappone sono all'avanguardia in settori come la robotica, l'intelligenza artificiale e l'automazione industriale. La combinazione di manodopera qualificata e tecnologie avanzate consente alle imprese di ottimizzare i propri processi produttivi, ridurre i costi e migliorare la qualità dei prodotti.

L’automazione è una componente fondamentale per il successo delle operazioni produttive in Asia. Investire in tecnologie a basso impatto energetico e in soluzioni innovative permette alle aziende non solo di aumentare l'efficienza, ma anche di ridurre l'impatto ambientale delle proprie operazioni.
Sostenibilità e localizzazione come asset strategici
Un elemento sempre più importante nell'espansione produttiva in Asia è la sostenibilità. Secondo quanto riportato dal Business & Human Rights Resource Centre, i governi asiatici stanno incentivando le imprese che adottano modelli produttivi sostenibili e responsabili. La sostenibilità non è solo una leva reputazionale, ma rappresenta anche un driver competitivo per le imprese che desiderano accedere a incentivi fiscali, ottenere licenze e riconoscimenti nelle zone economiche speciali, e fidelizzare la forza lavoro.
L'integrazione di standard ESG (Environmental, Social and Governance) nella strategia di produzione diventa quindi fondamentale. Adottare tecnologie a basso impatto energetico, ridurre le emissioni e investire nella formazione del personale locale sono tutte azioni che non solo migliorano la competitività, ma contribuiscono anche a costruire una rete di relazioni solide con le istituzioni locali e con gli stakeholder, a seconda del mercato di destinazione.
• Nel dicembre 2024, la Cina ha introdotto gli Standard di Base per la Divulgazione della Sostenibilità Aziendale, con l'obiettivo di allinearsi alle migliori pratiche globali. Questi standard sono volontari fino al 2026, ma la piena attuazione è prevista entro il 2030;
• A partire dal 1° gennaio 2025, tutte le società quotate a Hong Kong dovranno conformarsi ai nuovi requisiti climatici sviluppati sulla base degli standard IFRSS2, in linea con gli standard ISSB;
• La Securities and Exchange Board of India (SEBI) ha richiesto alle 250 principaliaziende di coprire il 75% delle loro catene di approvvigionamento nei report ESG entro il 2025-2026. Recentemente, SEBI ha introdotto un quadro normativo per ititoli di debito ESG, regolando obbligazioni sociali, sostenibili e legate alla sostenibilità, al fine di promuovere la finanza responsabile e combattere il "purpose-washing";
• Nel marzo 2024, la Financial Services Agency (FSA) giapponese ha pubblicato linee guida di base sugli investimenti a impatto, stabilendo un quadro per gli investimenti responsabili e indirizzando le aziende verso pratiche ESG più solide.
Le fasi della consulenza specializzata
L'espansione produttiva in Asia richiede un approccio strutturato che deve passare per diverse fasi.
Studio di pre-fattibilità
Attraverso un market due diligence, è possibile analizzare il contesto locale e simulare i costi e i margini di profitto. Questa fase aiuta a selezionare il paese target più adatto e a valutare i rischi geopolitici, normativi e infrastrutturali.
Strutturazione dell'insediamento
È necessario scegliere il veicolo societario più adatto (Joint Venture, subsidiary, branch) e ottimizzare la struttura fiscale, tenendo conto dei trattati bilaterali e delle leggi locali.
Gestione operativa
Una volta avviato l'insediamento, è fondamentale monitorare i KPI produttivi, ottimizzare la supply chain e gestire in modo proattivo la fase di avviamento per evitare inefficienze e sottoutilizzo degli impianti.
Una strategia di lungo termine
L'internazionalizzazione produttiva in Asia rappresenta una leva strategica importante per le aziende italiane. Tuttavia, per ottenere risultati duraturi, è fondamentale adottare una visione di lungo periodo e un approccio integrato che consideri gli aspetti economici, legali, fiscali, culturali e normativi. Solo con una pianificazione attenta e un supporto consulenziale qualificato, l'espansione in Asia potrà tradursi in una crescita sostenibile e un rafforzamento della competitività globale.

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