Nel 2025, i Paesi dell’Unione Europea, in particolare Germania, Francia e Spagna, continuano a rappresentare i principali sbocchi commerciali per l’export agroalimentare italiano, grazie alla prossimità geografica, all’affinità culturale e alla solidità delle reti distributive già consolidate. Tuttavia, l’attenzione delle imprese italiane si sta progressivamente spostando anche verso i mercati extra-UE, dove la domanda di prodotti premium, sostenibili e certificati è in costante crescita.

In particolare, l’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) e l’Asia orientale offrono prospettive estremamente promettenti. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, sostenuti da piani di sviluppo nazionali ambiziosi come Vision 2030, stanno investendo ingenti risorse nella modernizzazione delle filiere agricole e nella diversificazione alimentare, con crescente apertura verso prodotti italiani di alta qualità. Allo stesso modo, la Cina, nonostante le tensioni geopolitiche e le politiche protezionistiche, continua a essere uno dei mercati di sbocco più ambiti per il Made in Italy, soprattutto nei segmenti della trasformazione alimentare.

Un'opportunità chiave per rafforzare la presenza italiana in Asia è rappresentata dalla partecipazione all’Expo Osaka 2025, dove l’Italia sarà protagonista con un padiglione incentrato su innovazione, sostenibilità e cultura agroalimentare. L’evento costituirà una vetrina strategica per attrarre investitori, buyer e consumatori da tutto il continente asiatico.

Il 2025 è segnato da una chiara accelerazione dei processi di digitalizzazione e di transizione verso modelli produttivi green, due direttrici ormai imprescindibili anche per le imprese agroalimentari orientate all’export.

Alla fiera Agritechnica 2025 di Hannover, il più importante evento mondiale per la meccanizzazione agricola, in programma a novembre, i riflettori saranno puntati su soluzioni per l’agricoltura di precisione, robotica agricola, intelligenza artificiale applicata al campo, e sistemi di monitoraggio ambientale in tempo reale. Queste tecnologie non solo aumentano l’efficienza e la produttività, ma rispondono anche alle richieste dei mercati internazionali per produzioni tracciabili, sostenibili e intelligenti.

Parallelamente, la sostenibilità continua a rappresentare un valore competitivo. L'adozione di packaging eco-compatibili, la riduzione dell’impronta idrica e carbonica, e l’impiego di fonti rinnovabili lungo tutta la filiera diventano elementi distintivi premiati dai buyer esteri.

Per affrontare con successo i mercati globali nel 2025, le imprese italiane devono adottare strategie articolate che integrino formazione, innovazione, rete e strumenti disupporto.

In primo luogo, la formazione continua rappresenta un fattore abilitante. Rafforzare le competenze digitali, promuovere una cultura dell’innovazione sostenibile e investire nella capacità manageriale internazionale sono passaggi fondamentali per accedere a canali distributivi sempre più selettivi e competitivi.

A livello operativo, programmi istituzionali come OpportunItaly, ICE-Agenzia e le Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) giocano un ruolo cruciale nel facilitare la partecipazione a fiere internazionali, organizzare missioni commerciali e promuovere contatti diretti con buyer e distributori. Queste iniziative sono spesso abbinate a strumenti di copertura finanziaria e assicurativa offerti da soggetti come SACE, SIMEST e CDP, che permettono alle imprese di esportare in sicurezza anche verso mercati complessi o instabili.