Corea del Sud 2025: sfide e opportunità per le imprese italiane
(Contenuto fornito da Octagona Srl)
Nel panorama asiatico, la Corea del Sud rappresenta una delle economie più dinamiche e avanzate, nonché un mercato strategico per le imprese italiane interessate all’internazionalizzazione. Con un PIL pro capite tra i più elevati della regione, una popolazione altamente digitalizzata e una domanda crescente di beni di qualità, il Paese offre numerose opportunità in diversi comparti industriali. Tuttavia, accedere al mercato sudcoreano implica anche affrontare barriere regolatorie, standard tecnici elevati e una competizione agguerrita, che impongono una pianificazione attenta e un posizionamento mirato.
Un’economia solida, orientata all’innovazione
Nonostante negli ultimi anni il volume delle esportazioni italiane verso questo mercato si sia ridotto, la stabilità finanziaria, combinata con l'aumento del potere d'acquisto della popolazione sudcoreana, crea condizioni particolarmente favorevoli per il Made in Italy.
Il governo di Seul ha adottato un piano di sviluppo industriale con orizzonte 2038 che mira a ridurre la dipendenza dal nucleare e dai combustibili fossili, spingendo verso fonti alternative e tecnologie verdi, come il solare e l’eolico offshore (Fonte: Ministero degli Esteri italiano). Contemporaneamente, l’iniziativa “Korean New Deal” continua a favorire l’adozione dell’intelligenza artificiale, dei big data e della robotica in ambito manifatturiero e sanitario, creando un ecosistema ideale per l’offerta italiana ad alto contenuto tecnologico.
I settori ad alto potenziale per il Made in Italy
Con un’economia avanzata e un tessuto imprenditoriale dinamico, il paese presenta una classe media con elevato potere d’acquisto e una spiccata propensione all’innovazione. Le imprese italiane possono dunque cogliere numerose opportunità, valorizzando la propria eccellenza. La complementarità tra le eccellenze italiane e la domanda coreana è particolarmente evidente in alcuni comparti:
Le principali sfide da affrontare
Nonostante le opportunità, l’accesso al mercato sudcoreano non è privo di ostacoli. La Corea del Sud, infatti, si distingue per un contesto regolatorio complesso, una forte concorrenza internazionale e una cultura del business profondamente diversa da quella europea. Di seguito, una panoramica delle principali sfide da affrontare.
• Standard tecnici elevati: Il mercato sudcoreano impone requisiti rigorosi in materia di sicurezza, qualità e conformità tecnica. Molti prodotti devono ottenere certificazioni locali specifiche prima della messa in commercio (es. KFDA per i dispositivi medici, KC Mark per elettronica e sicurezza). Queste certificazioni sono spesso complesse, richiedono test in loco presso laboratori autorizzati coreani e prevedono procedure documentali stringenti, anche in lingua locale. La mancanza di conformità può comportare ritardi doganali, sanzioni o il blocco della merce all’ingresso.
• Complessità doganale e linguistica: La lingua coreana è predominante nelle relazioni d’affari e nella documentazione tecnica e legale. Contratti, manuali d’uso, schede tecniche, etichette e siti web devono essere tradotti con accuratezza, rispettando non solo gli obblighi normativi ma anche le aspettative del cliente locale. La comunicazione diretta in inglese è accettata in ambiti B2B, ma spesso non è sufficiente per costruire relazioni solide: la presenza di un partner locale o di un agente rappresenta un vantaggio significativo.
• Competizione locale e internazionale: La Corea del Sud è un mercato altamente competitivo, in cui operano da anni aziende giapponesi, tedesche e statunitensi, già fortemente radicate nei settori ad alto valore aggiunto. Inoltre, le grandi chaebol coreane (es. Samsung, LG, Hyundai, SK Group) dominano l’economia nazionale, spesso influenzando anche la domanda di subfornitura.In questo contesto, le imprese italiane devono saper differenziarsi con un’offerta specializzata, puntando su innovazione, design, personalizzazione e servizio. L’approccio commerciale deve essere preciso, ben documentato e supportato da referenze solide: la reputazione del fornitore è un elemento centrale nei criteri di selezione coreani.
• Cultura del business diversa: Sebbene la Corea del Sud disponga di infrastrutture moderne e porti altamente efficienti (come Busan e Incheon), le pratiche doganali possono risultare complesse per chi non è familiare con il sistema coreano. La corretta classificazione doganale dei prodotti (HS Code), il pagamento di eventuali dazi e IVA all’importazione, e la gestione di documenti (fatture, certificati di origine, licenze di esportazione) richiedono una conoscenza dettagliata delle normative in vigore.
Strategie di ingresso consigliate
Per affrontare con successo il mercato sudcoreano, le imprese italiane dovrebbero adottare un approccio graduale, strutturato e culturalmente consapevole, in grado di coniugare analisi strategica e flessibilità operativa. La penetrazione in Corea del Sud non può essere improvvisata: occorre costruire progressivamente una presenza credibile, basata su competenze settoriali, relazioni affidabili e strumenti di comunicazione adeguati.
Tra le raccomandazioni operative più efficaci si segnalano:
Analisi di mercato personalizzate
Volte a comprendere la reale domanda per il proprio prodotto, mappare la concorrenza esistente, identificare eventuali barriere normative e valutare il posizionamento ottimale. Le ricerche devono includere aspetti quantitativi (dati economici e commerciali) e qualitativi (preferenze dei consumatori, criteri di acquisto, trend tecnologici).
Partecipazione a fiere specializzate
Che rappresentano piattaforme fondamentali per avviare contatti diretti, testare l’interesse del mercato e comprendere il livello tecnologico e competitivo del settore di riferimento.
Accordi con distributori o agenti locali
Preferibilmente dotati di esperienza nel proprio segmento merceologico, che possano fungere da facilitatori nell’ingresso nei canali B2B. È consigliabile adottare contratti chiari, che disciplinino aspetti chiave come i volumi minimi, la gestione del brand, l’esclusiva territoriale e i meccanismi di risoluzione delle controversie.
Investimento in branding e marketing digitale
Adattando i messaggi ai codici culturali coreani e sfruttando le principali piattaforme locali come Naver (motore di ricerca e portale informativo), KakaoTalk (messaggistica e CRM), Coupang (marketplace e-commerce leader). La presenza online deve essere localizzata in lingua coreana e curata nei minimi dettagli, per trasmettere affidabilità, innovazione e vicinanza al cliente.
A ciò si aggiunge la possibilità, per le imprese con maggiore struttura, di valutare forme di presenza diretta (uffici commerciali, branch locali o joint venture), da attivare solo dopo aver testato la risposta del mercato e consolidato i primi rapporti commerciali. Un ingresso progressivo consente di ridurre il rischio operativo, adattare l’offerta e costruire una strategia sostenibile nel medio-lungo termine.

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