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ERCOLE GRAZIANI 

(Bologna 1688 - 1765)

ERMINIA E IL PASTORE, 1720 CIRCA

Olio su tela, 103 x 80 cm

L’episodio raffigurato è tratto dal VII libro della Gerusalemme liberata, in cui la guerriera Erminia, innamorata del duce Cristiano Tancredi, uscita da Gerusalemme e smarritasi nei boschi, viene ospitata dalla famiglia di un pastore che le racconta la sua storia. Sono numerosi gli elementi che inducono a sostenerne la paternità, a partire dalla stesura pittorica, meno tesa e affilata di quanto non sia mai in Creti, e del tutto consonante invece con le prerogative di moderato classicismo promosse dall’allievo, destinato proprio per questo a diventare uno dei pittori più acclamati del primo Settecento.

Ercole Graziani, Erminia e il pastore, 1720

 

DIANA ED ENDIMIONE

Olio su tela,  138 x 105 cm

Ciò che sta a cuore al pittore, al di là del tenue legame tematico voluto dal committente, è la possibilità di articolare entro il formato ovale due coppie di figure e di esplicitarne i sentimenti attraverso i gesti: all’amorosa contemplazione del bel pastore Endimione addormentato da parte della dea Diana, si contrappone la disperazione della maga Armida, trattenuta dal darsi morte con una freccia dal sopraggiungere dell’amato Rinaldo, che la disarma. La dolce sentimentalità che promana dall’ovale con Diana e Endimione, unita all’acceso patetismo di quello con Rinaldo e Armida, in cui si manifesta l’insegnamento proposto da Guido Reni, segnano i termini estremi entro cui si muove la personalità di Graziani.

Ercole Graziani, Diana ed Endimione

 

RINALDO IMPEDISCE AD ARMIDA IL SUICIDIO

Olio su tela,  138 x 105 cm

Ciò che sta a cuore al pittore, al di là del tenue legame tematico voluto dal committente, è la possibilità di articolare entro il formato ovale due coppie di figure e di esplicitarne i sentimenti attraverso i gesti: all’amorosa contemplazione del bel pastore Endimione addormentato da parte della dea Diana, si contrappone la disperazione della maga Armida, trattenuta dal darsi morte con una freccia dal sopraggiungere dell’amato Rinaldo, che la disarma. La dolce sentimentalità che promana dall’ovale con Diana e Endimione, unita all’acceso patetismo di quello con Rinaldo e Armida, in cui si manifesta l’insegnamento proposto da Guido Reni, segnano i termini estremi entro cui si muove la personalità di Graziani.

Ercole Graziani, Rinaldo impedisce ad Armida il suicidio